Fake News, Perchè la gente ci crede e contribuisce alla loro diffusione
"Il cane che morde l'uomo non fa notizia;
ma se è l'uomo a mordere il cane, allora
lo scoop è assicurato"
ma se è l'uomo a mordere il cane, allora
lo scoop è assicurato"
Sembra che il nostro apparato percettivo, frutto di migliaia di anni di evoluzione, ci abbia resi particolarmente sensibili ai fatti che vanno contro le ordinarie esperienze.
Un fatto inconsueto, che non è in linea con quanto siamo abituati ad attenderci, attira maggiormente la nostra attenzione e viene più facilmente ricordato rispetto a un fatto di ordinaria amministrazione.
Chi crea e condivide Fake News lo sa bene, e cerca di attirare l'attenzione del pubblico diffondendo notizie sempre più inverosimili.
Per sfruttare però la collaborazione del pubblico nella condivisione delle Fake News, occorre qualcosa in più: fare leva sui pregiudizi della gente.
Il Bias della Conferma a servizio delle Fake News
Il bias di conferma (in inglese confirmation bias) in psicologia indica un fenomeno cognitivo secondo il quale le persone tendono a muoversi entro un ambito delimitato dalle loro convinzioni.
Esso rappresenta una delle leve più potenti per la diffusione delle Fake News; chi diffonde le bufale sfrutta infatti il "Bias della Conferma" nel confezionare le notizie artefatte, in modo tale che esse rispecchino maggiormente i pregiudizi condivisi nell'audience di riferimento.
Il pubblico, di conseguenza, vedendo confermati i propri pregiudizi, contribuirà spontaneamente alla diffusione delle Fake News, ad esempio condividendole sui Social Media.
Qual è l'incentivo alla creazione e alla diffusione delle Fake News?
Alla radice della diffusione delle Fake News vi sono quindi ragioni sostanzialmente economiche.
Sfruttando la credulità e la collaborazione (più o meno consapevole) del pubblico, è possibile diffondere in maniera virale dei contenuti che hanno un ritorno economico molto elevato in termini di pubblicità.
Non è un caso, ad esempio, che proprio un big del web come Google, che basa il proprio business plan sulla pubblicità, abbia deciso di revocare le sottoscrizioni al proprio programma Adsense effettuate dai siti che diffondono Fake News, contribuendo così a disincentivare l'interesse economico alla loro proliferazione.
Produrre Fake News nell'era digitale è estremamente economico.
Inoltre, il ritorno economico in termini di ricavi ritraibili dalle Fake News è molto alto.
Anche per questo motivo il web è sempre più infestato da tale "inquinamento informativo".