Fake News, Perchè preoccuparsene

"Ognuno ha diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti"
Assurta agli onori delle cronache, a seguito dell'elezione (inattesa per molti commentatori e analisti) di Donald Trump, la spregiudicatezza della campagna elettorale del candidato Repubblicano, basata su false informazioni diffuse tramite un uso altrettanto spregiudicato dei social networks, Twitter in particolare, è stata fin da subito oggetto di critiche e analisi, spesso interessate, da parte dei vari osservatori, che hanno scomodato concetti scivolosi come quello di post-verità.

Fake News e l'irrilevanza della verità

Gli stessi attivisti del neo-eletto Presidente degli Stati Uniti, messi di fronte al dato di fatto che gran parte delle dichiarazioni elettorali diffuse in campagna elettorale dal loro candidato erano basate su false informazioni, avrebbero candidamente risposto: "E allora? L'importante è che hanno funzionato!"
Lasciando chiaramente intendere che la verità fattuale delle affermazioni utilizzate in campagna elettorale non era per loro rilevante.
In buona sostanza, più che la verità "vera", a contare è sempre più la verità "verosimile", vale a dire quella "verità" che maggiormente si allinea ai pregiudizi della propria audience, al fine di conquistarne il consenso.

Fake News, l'obiettivo è il consenso

Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da obiettare: sono infatti tanti i precedenti storici in cui l'utilizzo e la diffusione di informazioni e notizie false era strumentale a obiettivi politici ulteriori e diversi.
A partire da Bismark che mediante l'impiego di notizie false avviò il conflitto franco-tedesco, fino al caso più recente della (falsa) presenza di armi di distruzione di massa in Iraq diffusa da Bush e sostenuta da Blair.
Non fosse che a far la differenza (rispetto al passato) è l'attuale disponibilità di strumenti di (dis)informazione di massa maggiormente pervasivi, basati su Internet e Social Media, in modo particolare.
Allo stesso modo, c'è chi fa notare, per certi versi a ragione, come le "bufale" siano sempre esistite; ma è soltanto con la diffusione del web e dei social media che esse hanno assunto una preminenza e una pericolosità mai sperimentata in precedenza.

Fake News, non semplici bufale

Anche in questo caso, a far la differenza è la dimensione "globale" della diffusione delle bufale via web, resa possibile mediante l'impiego dei social media, a fronte di una dimensione fortemente "locale" delle tradizionali "chiacchiere da bar", che avevano per forza di cose una diffusione limitata al numero degli avventori del bar.
Perchè quindi porre eccessiva attenzione a quelle che un tempo si sarebbero chiamate "leggende metropolitane", e che nessuno si sarebbe sognato di dover contrastare, addirittura mediante l'introduzione di "istituzioni specializzate", terze e indipendenti che, sulla base di principi predefiniti, intervengano per rimuovere dalla Rete quei contenuti che sono palesemente falsi o illegali?
Tanto rumore per nulla, quindi, oppure è veramente il caso di preoccuparsi?