Google: non solo motore di ricerca…

Solitamente, quando si pensa a Google, viene naturale associare il termine al motore di ricerca che lo ha reso famoso.

Pochi però sono realmente consapevoli di ciò che si nasconda dietro le funzioni avanzate offerte da Google e le implicazioni economiche (potenzialmente disruptive) che ne possono derivare, non solo per le occupazioni consistenti in mansioni ripetitive e di routine (già a rischio sin dall’introduzione delle macchine nei processi produttivi), ma anche per le professioni intellettuali…

Non solo Ricerca, soprattutto Artificial Intelligence

In un recente incontro con la stampa, in occasione della partita di Go (gioco di strategia da tavolo, di origine giapponese) tenutasi a Seul, e che ha visto confrontarsi testa a testa il campione mondiale di Go Lee Se-dol con AlphaGo, l’algoritmo creato dalla società britannica DeepMind, di proprietà di Google, il CEO di quest’ultima, Eric Schmidt, ha reso nota l’importanza strategica degli ingenti investimenti effettuati nel settore dell’Artificial Intelligence (intelligenza artificiale) per i futuri servizi avanzati offerti dalla multinazionale californiana, specialmente nel settore del Deep Learning.

Google ha infatti pesantemente investito soprattutto sul Deep Learning, con l’obiettivo di consentire a computer e robots di imparare a riconoscere regolarità e patterns all’interno di grandi data sets, e di dotare dei vantaggi ritraibili da tale abilità, tutti i servizi offerti ai clienti, a partire dal “tradizionale” motore di ricerca Google Search fino ai servizi più recenti, quali Google Translate, Google Photos, ecc.

Lo stesso Schimdt ha fornito alcuni esempi relativi alle implicazioni pratiche legate all’impiego massivo delle tecniche di Machine Learning all’interno dei servizi offerti da Google.

Con Google Translate, ad es., sarà possibile effettuare una telefonata parlando direttamente nella propria lingua, e il servizo Translate si preoccuperà di tradurre in real time la conversazione nella lingua del ricevente, e viceversa!

Google Photos sarà in grado di organizzare automaticamente foto e immagini, sulla base dei contenuti riconosciuti all’interno di esse, classificandole in relazione ad eventi, ricorrenze, ecc. importanti per noi!

Automazione più Intelligenza Artificiale, se il tutto è maggiore della somma delle parti

Ci troviamo di fronte, quindi, ad un cambio di paradigma culturale, ad una differenza di sostanza, anzichè di grado, che non potrà non modificare le nostre attuali abitudini e aspettative, non solo quotidiane, ma anche e soprattutto in ambito lavorativo e professionale.

L’introduzione pervasiva dell’Intelligenza Artificiale determinerà infatti un salto qualitativo nell’organizzazione del lavoro guidata dall’automazione.

Se fino ad oggi le mansioni ritenute più a rischio erano essenzialmente quelle caratterizzate da basso contenuto intellettuale (quali le funzioni operative ripetitive), in futuro anche le stesse professioni intellettuali saranno “minacciate” dalla concorrenza (sleale?) delle macchine, a cominciare dalle professioni mediche.

Non a caso, lo stesso Schmidt ha ammesso l’interesse di Google per il settore sanitario:

Abilitando computers e robots con le capacità offerte dal Machine Learning le stesse attività mediche di diagnosi e cura saranno effettuate direttamente dalle macchine, individuando le patologie meglio dei medici!

Senza mezzi termini, Schmidt ha fatto riferimento ai test condotti sulle retinopatie nei soggetti affetti da diabete, patologie caratterizzate da modificazioni nella forma dei vasi sangugni, che possono condurre a cecità.

Sostiene il CEO di Google che le macchine possono effettuare la diagnosi di retinopatia meglio di un oftalmologo per il semplice fatto che il medico, nel corso della propria carriera professionale, ha esperienza di casi clinici nell’ordine delle migliaia (diciamo 10.000) mentre la macchina nell’ordine del milione.

Come a dire, la macchina da sola “vede” più occhi (e casi patologici) di quanti ne possano vedere tutti gli oculisti messi assieme!